13 secondi di Elisabetta Capecci

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Viola, una brillante studentessa del Marsden College, entra per la prima volta nella famosa caffetteria del Campus di Fisica della sua università in cui, venti anni prima, hanno perso la vita cinque persone in una sparatoria; tra loro c’era anche Jay Stiles, un giovane artista morto per salvare la propria sorella da un proiettile. Un salto nel tempo le farà vivere di persona quel momento di panico e cambierà per sempre la sua vita e quella di Jay…

13 secondi in confronto a una vita intera posso sembrare insignificanti, ma se paragonati a un minuto possono sembrare infiniti. È questo il bello del tempo, che scorre allo stesso modo per tutti ma per ognuno di noi sembra scorrere in modo differente.
In solamente 13 secondi la vita di una persona può cambiare totalmente oppure rimanere uguale a prima, ma non per Jay e Viola, in quei pochi secondi hanno cambiato il corso dei loro destini e guidati dall’amore nato in meno di una settimana hanno sfidato un nemico che ha sempre la meglio: lo scorrere del tempo.
Tutti noi vorremmo una macchina del tempo per cambiare qualche evento del passato: che sia una guerra o evitare il suicidio di qualche celebrità, ma a volte ignoriamo le conseguenze del nostro gesto fino al momento del nostro ritorno al presente se mai in quel presente ci saremo o se in qualche modo abbiamo messo a rischio la nostra esistenza senza accorgercene.
Non si può evitare lo scorrere del tempo e questo i nostri protagonismo lo sanno, ma cercano in tutti i modi di far giustizia in un passato che sembra lontano e che li ha portati a conoscere un fantasma legato a una caffetteria in cui non sarebbe mai dovuto esserci in quei interminabili secondi che sarebbero divenuti i suoi ultimi istanti di vita.
Se prima Viola voleva far giustizia a un ragazzo morto in una strage ora questa “missione” ha come scopo finale quello di evitare che ciò accada anche se implica lasciar andare il ragazzo di cui si è innamorata e che ha amato da bambina attraverso le sue opere.
Un mistero che ogni ora si infittisce e sembra tutto scollegato dal resto, uno strano fantasma legato a un luogo abbandono che presto cesserà di esistere, una storia d’amore nata da un colpo di fulmine attraverso il tempo, e una verità che sembra sempre più lontana: ecco cosa racchiudono circa 200 pagine e credetemi se vi dico che non vi accorgerete del tempo che passa mentre divorerete i capitoli, ritrovandovi magicamente alle tre del mattino senza più pagine da leggere.
La prima persona geniale che riesce ad inventare una macchina che riesca a viaggiare nello spazio-tempo me lo dica che sono pronta a testarla e magari finire nel medioevo o in un futuro dominato da robot sterminatori o semplicemente a qualche secondo di distanza.

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