Henry Moore e le piccole Veneri di Francesca Romana Borruso

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Lo scultore britannico Henry Moore è sempre stato attratto dall’arte della preistoria lo possiamo notare infatti da molti suoi scritti, ma anche da tutti gli studi che egli fece sia nei primi anni sia nel corso della sua vita. Seguendo Moore nella sua vita si risale alle prime scoperte archeologiche della seconda metà dell’Ottocento, alle ostilità e agli scontri radicali che suscitò nelle autorità accademiche e religiose la scoperta dell’esistenza della vita e dell’arte negli uomini della preistoria.

Quando ho cominciato a leggere questo libro non mi aspettavo che fosse scritto in un modo molto tecnico e per questo ci ho messo un po’ per terminarlo e per comprenderlo nella sua totalità. Grazie a questo saggio però ho capito ancora di più l’importanza delle arti in tutte le sue forme, da quella della musica a quella pittorica, da quella architettonica a quella scultorea. L’arte infatti ci permette di capire maggiormente il passato di scoprire come vivevano i nostri antenati che vivevano su questa terra prima di noi. Questo volume ha amplificato questo fattore che ho appena scritto, infatti Henry Moore ci ha permesso di scoprire di più su un epoca di cui sappiamo ben poco. Grazie a lui abbiamo scoperto infatti l’arte della preistoria e dobbiamo molto a lui perché proprio grazie a lui che ha dovuto affrontare anche l’ostracismo dei suoi colleghi per potare agli occhi di tutti le sue scoperte.

In conclusione vi consiglio questo testo solo se siete veri appassionati dell’arte (come me) o comunque della preistoria in generale perché essendo un testo abbastanza tecnico e approfondito non è per tutti i lettori. Molte volte infatti ho dovuto accantonarlo un attimo per riprendere i fili delle informazioni apprese da questo libro,ma anche per prendermi una pausa da questo libro.

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