Il lupo di Nazareth Simoncelli

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Un ritaglio del Corriere della Sera dell’11 settembre 1879. Un annegato, forse suicida. Un nome, anzi due, Alessandro Antonio. Nessun cognome. Un caso chiuso in fretta. Ma su di lui sarebbe caduta la gogna di un tremendo passaparola. Un incontro a Milano nel 1994. Un vecchio nipote dell’annegato affida quel ritaglio a uno sconosciuto per trovare una verità che riabiliti il nonno da ogni ombra. Non si rassegna di vederne la memoria infangata da illazioni gravissime: l’aver ucciso delle bambine e abusato delle loro intimità. 

“Mio nonno non avrebbe fatto male ad una mosca! Un uomo che ama la montagna non può fare quelle cose lì!”. 

Lo sconosciuto lavora a Milano ma abita proprio fra i monti dell’Alta Valle Seriana: Ardesio, il paese dove fatti innominabili e innominati di un secolo prima sono rimasti sospesi fra verità e dicerie. Parte così un viaggio alla ricerca della verità.

Il lupo è un romanzo di Nazareth Simoncelli edito da Corponove. Si tratta di un Noir con luci e ombre.Partiamo dai punti di forza: è breve e sembra quasi un lungo racconto più che un romanzo. Ideale per chi non cerca una lettura troppo impegnativa e vuole solo un piacevole compagno di lettura con cui lasciarsi andare nei momenti liberi. Mi sono piaciute anche le ambientazioni scelte per la storia. Il libro è ambientato per gran parte nella Valle Seriana, tra monti tanto gelidi quanto oscuri.

Promossa anche l’idea di inscenare una situazione ahinoi troppo frequente anche nella realtà: quella del popolino che si fa giudice, giuria e boia. Un popolino a cui non importa niente delle vittime di qualche efferato crimine, ma che vuole solo sfogare la propria frustrazione sul mostro prima creato e poi ucciso con le proprie mani. Annessa a questa e ugualmente promossa è la spietata critica alle ipocrisie umane.

Bello l’incontro/scontro descritto dall’autore tra uomo e natura. Una natura maestosa e indomita, spesso calpestata dagli egoismi di un uomo incapace di comprenderla pienamente.Originale anche l’aver continuamente associato il protagonista della storia al Lupo, quasi come fossero l’uno il riflesso dell’altro.

Purtroppo però il romanzo ha anche alcune cose che non mi hanno convinto pienamente.

Partirei col sottolineare uno stile di scrittura che non mi ha conquistato troppo. Si passa troppo velocemente da un argomento a un altro e complessivamente questo dà una leggera sensazione di sconnessione. La narrazione non sempre risulta fluida e c’è qualche piccolo refuso qui e lì (nulla di assolutamente grave, ma forse l’editore sarebbe dovuto essere più attento!). Inoltre, lo stile scelto risulta a tratti troppo poetico e mal si addice alle descrizioni di quello che comunque rimane un romanzo e che, a mio modesto parere, dovrebbe avere una narrazione più semplice e fruibile. Ovviamente mi rendo conto che qui si entra nel gusto personale e magari questo stile può piacere a chi cerca proprio questo. Anzi è uno stile che consiglio a chi cerca questo genere di narrazione! Voglio anche aggiungere che nulla di tutto ciò risulta particolarmente pesante o fastidioso. Il libro rimane complessivamente leggibile senza troppa fatica.

Mi piace l’aver caratterizzato i personaggi in maniera specifica e unica, con ognuno le proprie sfumature, ma essendo il romanzo  breve, questi risultano paradossalmente un po’ arronzati. Quasi come se ognuno di loro avesse meritato maggiore spazio proprio per la buona caratterizzazione data dall’autore, ma questo spazio non c’è stato.

Infine, mi sembra un po’ forzata l’idea di base, con questo sconosciuto che si imbatte in questa storia e ne rimane fin troppo legato.Insomma, Il Lupo è un romanzo che alterna tanti pregi e qualche difetto, ma complessivamente lo promuovo e mi sento di consigliarlo, specie a chi cerca letture più brevi e ama il genere.

Voto: 6,5/10

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