Il salotto del té: Alessandro Ricci

 

Anche questa settimana ritorna la rubrica de “Il salotto del té”. Nella quale ho il piacere di fare quattro chiacchiere con il giovane autore Alessandro Ricci. Prima di chiacchierare con l’autore voglio citarvi le sue opere principali: Il giovane Achille (Nati per scrivere), Il fabbricante di suoni (Arpeggio Libero) e Fuga da Dim-Hora (PubMe/Human). Ora cominciamo con l’intervista.

Benvenuto su Rubbs Books! Innanzitutto presentati ai lettori di questo sito.

Ciao a tutti e grazie per l’invito. Mi chiamo Alessandro Ricci, ho 31 anni e sono della Provincia di Lucca. Nella vita faccio l’impiegato di giorno e l’istruttore di fitness la sera, tra le mie passioni c’è sempre stata la lettura. In particolare ho sempre avuto una grande passione per la letteratura fantastica e per i più piccoli.

Mi è sempre piaciuto inventare e scrivere storie, da un paio di anni mi sono messo alla prova facendo leggere alcune mie storie a degli editori ed è andata meglio di quanto mi aspettassi. Complice di questo obiettivo è stata la mia compagna Stefania, che essendo illustratrice, mi ha sempre supportato, collaborando con le sue illustrazioni alla riuscita delle mie storie.

Principalmente scrivi romanzi per ragazzi, come mai questa scelta? C’è un motivo particolare?

Credo che il motivo principale sia da imputare alla mia sindrome di Peter Pan, che forse ha anche i suoi lati positivi. Ho amo la letteratura per ragazzi e non l’ho mai abbandonata, nemmeno invecchiando, mi ha sempre affascinato lo sguardo con cui bambini e ragazzi osservano la realtà, che poi è molto simile al mio. Quindi quando ho deciso di scrivere è stato naturale rivolgermi a quel tipo di letteratura

I tuoi libri vengono descritti anche come una sorta di “favola”, come mai secondo te? Non trovi che sia in qualche modo limitante per il primo approccio per un lettore un attimo più grande rispetto a un ragazzino?

In realtà no, anzi ne vado orgoglioso. Volendo fare un discorso “da grandi” sono le favole, prima orali e poi scritte, che hanno appassionato migliaia di persone, fanno parte della tradizione di ogni popolo. All’interno possiamo trovare la nostra cultura, la nostra morale, insomma le nostre radici letterarie sono proprio le favole. Una buona favola riesce ad avere più livelli di lettura e ad essere sempre diversa a seconda dell’età del lettore. Mica facile.

Poi si esistono anche le storie per grandi, vero, ma sono così differenti? Draghi, principesse ed eroi senza paura, amori impossibili, imprese straordinarie, io credo che alla fine gli argomenti siano molto simili, quello che varia il linguaggio.
Ed è qui che arriva il difficile, perché spesso si confonde la semplicità con qualcosa di facile e forse banale e la complessità come qualcosa d’interessante, io credo che sia molto più difficile affascinare un lettore rimanendo semplici, come diceva Dino Buzzati : scrivere per ragazzi è come scrivere per gli adulti, solo più difficile.

Quando scrivi a chi ti ispiri e dove trovi l’ispirazione?

Un po’ dappertutto, sono sempre molto ispirato dai grandi della letteratura per bambini, sia del passato che contemporanei. Ma l’ispirazione può arrivare da tutto, una frase sentita al bar, una situazione vista per strada, un personaggio particolare in coda al supermercato.

Nel tuo romanzo per ragazzi “Il giovane Achille” il protagonista ha una sorta di malformazione che lo costringe a camminare zoppicando e quindi lo porta a isolarsi dagli altri. Come mai hai deciso di affrontare un tema come la diversità, la disabilità e il bullismo? È in qualche modo ispirato a fatti che ti sono accaduti di persona o comunque a persone a te care?

La diversità è sempre presente nei miei protagonisti, che sia fisica o no. Io credo, anzi ne sono convinto, che le persone in qualche modo diverse da quello che il pensiero corrente definisce “normalità” abbiano dentro di loro un potenziale, che li possa portare a imprese straordinarie. Proprio nelle difficoltà di trovano i germogli per dare il meglio di noi stessi.

Come ogni bambino con una sensibilità diversa e molto timido sono stato vittima di bullismo, niente di che, si parla di comportamenti che ai miei tempi erano considerati normali, quasi formativi, ma che comunque mi hanno fatto male e su cui ho avuto modo di pensare parecchio. Oggi l’argomento è molto trattato e discusso e per fortuna la sensibilità è cambiata, però a trattare questi temi si rischia di essere banali e stucchevoli, io ho cercato di riportare le mie sensazioni, quello che ho provato e che ricordo ancora bene. Spero di esserci riuscito.

In Italia si sta pian piano perdendo il senso di altruismo verso gli altri e si pensa solamente al profitto personale. Secondo te come si potrebbe fare per invertire questa rotta? In qualche modo i libri possono aiutare?

I libri e la lettura sono una delle poche cose che possono invertire questa tendenza. Più delle prediche, un libro riesce a fati vedere le cose sotto un’altra prospettiva, quella del narratore del libro (e dell’autore).Se una persona non legge avrà sempre la sua visione di una situazione, leggendo sarà costretto a vedere le cose sotto un’altra prospettiva, con atri occhi e a sviluppare empatia e una diversa consapevolezza.

Perché scrivi? E che cosa vuoi tramandare ai lettori con i tuoi libri?

Scrivo perché mi piace raccontare storie e mi piace l’idea che le mie storie possano essere condivise con altre persone. Quello che mi piacerebbe che i miei lettori prendessero dai miei libri è la stessa cosa che ho preso io dai libri dei miei autori preferiti, divertimenti, supporto e coraggio nell’affrontare determinate situazioni. Con un libro non sei mai da solo. Il mio obiettivo, anche se non è detto che poi riesca a centrarlo, è non far sentire nessuno da solo.

Quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro? Se hai in cantiere un libro puoi rivelarci qualcosa di più su di esso?

Ho parecchi progetti a dire il vero, il più prossimo è una raccolta di favole che spero uscirà nel 2021 per NPS Edizioni, si intitolerà “Guida turistica per sognatori” e racconterà le avventure di un esploratore.

Se in poche righe dovessi convincere i lettori di questo sito ad acquistare i tuoi romanzi come faresti?

Sono pessimo ad auto promuovermi, mi sento sempre in imbarazzo. Comunque ci provo.Se avete voglia di avventure fantastiche e fantasiose, con illustrazioni colorate e un filo di ironia, correte a leggere “Il Giovane Achille”.

A chi suggerisci la lettura dei tuoi romanzi?

I miei romanzi sono pensati per ragazzi dagli 8 agli 11 anni, ma naturalmente il grande pregio di questa letteratura è che può essere divertente a ogni età.

Ringrazio ancora l’autore per l’intervista e spero che vi sia piaciuta quest’intervista! Mi raccomando supportate sempre gli autori emergenti perché potreste scoprire storie da farvi perdere il fiato! Alla prossima!

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