Il salotto del té: Daniela Tresconi

 

Dopo un periodo di assenza ritorna qui sul blog la rubrica di interviste agli autori emergenti. Oggi ho il piacere di fare due chiacchiere con Daniela Tresconi autrice di molti libri come La linea del destino e Il sigillo delle cento chiavi (di cui trovate due recensioni sul qui blog). Iniziamo subito con l’intervista!

Benvenuta su Rubbs Books! Innanzitutto presentati ai lettori di questo sito

Salve a tutti e grazie per l’invito. Sono ligure, nata nel 1965, vivo ad Arcola un paese in provincia della Spezia dove lavoro per un ente pubblico, occupandomi di comunicazione, cultura e eventi. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti, collaboro con il Secolo XIX , con il Magazine lucchese L’Ordinario e con il blog letterario Il bosco dei sogni fantastici, per il quale curo letture e recensioni. Faccio parte dell’associazione culturale viareggina Nati per scrivere che organizza eventi, fiere letterarie e corsi di scrittura. Appassionata di storia, leggende e magia, sono autrice di numerosi racconti e romanzi mistery, tra questi la Linea del Destino e il Sigillo delle Cento Chiavi.

Come ti è venuta l’idea di scrivere due romanzi come Il sigillo delle cento chiavi e La linea del destino?

Siete mai entrati in un archivio? Avete mai letto documenti antichi e polverosi? Sfogliando documenti e antichi testi, ho trovato tra le pagine la scintilla dei due romanzi, quasi una folgorazione. Per Il sigillo delle Cento Chiavi è stato un quadro antico e misterioso, rimasto nascosto all’interno di un salone parrocchiale. Per la Linea del Destino invece il nome di un castellano che, contrariamente a tutti coloro che lo hanno preceduto, ha governato il borgo di Arcola (dove è ambientata la storia) per soli 13 mesi, circondandosi di 18 gherri al suo servizio, 6 in più di quanti prevedeva lo Statuto del tempo

Come mai hai deciso di scrivere due libri storici (le tue prime pubblicazioni)? Cosa ti ha spinto ad approcciarti alla scrittura di questo genere?

Sono appassionata di storia locale, quando parliamo di avvenimenti storici ricordiamo solo i grandi eventi che hanno cambiato il corso della storia, eppure dietro a quello che abbiamo studiato nei libri di scuola, ci sono le cosiddette «folle anonime» del Manzoni, che passano sul palcoscenico della vita senza lasciare traccia di sé. Volevo raccontare di loro, delle loro vite e dei luoghi in cui hanno vissuto, quella che io chiamo «la piccola storia», piccoli tasselli di un puzzle che uniti insieme raccontano la Grande storia.

Oltre a romanzi storici hai scritto un libro per bambini intitolato “Il piccolo faro e il delfino blu” come mai hai deciso di cambiare totalmente genere?

Questa storia non era nata per arrivare ai bambini. Ho partecipato a un contest il cui tema era il Sogno, era necessario scrivere un racconto che sarebbe confluito in un’antologia per raccogliere fondi per i terremotati di Amatrice. Avevo scelto di far sognare un piccolo faro costretto a vivere su una piccola scogliera e un po’ invidioso del fratello maggiore che era all’ingresso del porto. Un’amica bibliotecaria lo ha trovato interessante e lo ha letto ai bambini di una scuola primaria che ne sono rimasti entusiasti. Ho iniziato a fare letture animate nelle scuole, le classi erano entusiaste, ho deciso che poteva diventare una pubblicazione vera e propria. Ho scritto il secondo racconto dedicato al Delfino Blu e la casa editrice NpsEdizioni ha scelto di pubblicarlo.

Sempre parlando del tuo libro per bambini come ti sei approcciata nello scrivere questo tipo di libri?

Scrivere per i bambini secondo me è molto più difficile che scrivere romanzi. La letteratura per l’infanzia ha bisogno di una cura particolare, di contenere messaggi positivi, che aiutino a crescere e maturare. I bambini sono osservatori attenti e giudici inflessibili, ho cercato di scrivere qualcosa che fosse vicino al loro mondo: gli animali, la natura, gli amici e il mare, a questo ho unito i disegni che attirano subito l’attenzione e la voglia di colorare.

Che cosa significa per te la scrittura e che messaggio vuoi far passare ai tuoi lettori con i tuoi libri?

La scrittura e la lettura sono essenziali, come l’aria. Grazie a entrambe scopro nuovi mondi, conosco personaggi, mi appassiono alle loro vicende, entro in tunnel temporali che mi trasportano ogni volta nel passato. Fin da bambina il mio sogno era quello di possedere una macchina del tempo per tornare indietro ed essere presente durante il cambiamenti della storia, la macchina del tempo non esiste per fortuna ci sono i libri. Chi legge le mie storie avrà compreso che mi piace parlare del mondo femminile, le mie protagoniste sono tutte donne. Personaggi che hanno subito molto, soprattutto poiché vivono in periodi storici difficili, in cui il pregiudizio nei confronti del mondo femminile era molto forte, ma nel contempo personaggi in grado di fare scelte importanti, che cadono e si rialzano e che non si arrendono mai. Quello che voglio raccontare è la forza delle donne.

Quali sono le tue fonti d’ispirazione letterarie e non?

Mi piacciono moltissimo gli scrittori di romanzi storici e di avventura (Wilbur Smith, Marco Buticchi, Ken Follet), ma non disdegno le letture di coloro che sanno interpretare i documenti storici: saggistica e pubblicazioni tematiche non mancano nei miei scaffali. Chiacchiero con le persone, soprattutto anziane e mi faccio raccontare le antiche leggende di un luogo, non potete immaginare quante storie possono nascere durante un pomeriggio seduta su una panchina con qualche nonno.

Oltre a scrivere romanzi di occupi in generale dell’ambito culturale sia per la casa editrice Nati per scrivere, ma anche per il sito web L’ordinario (dove ti occupi anche di altri temi). Cosa ti affascina dell’ambito culturale?

Come possiamo vivere senza cultura? Non solo libri, ma teatro, cinema, spettacoli, l’Italia ha esportato in tutto il mondo l’arte, la storia, la musica, la poesia. La cultura è parte della nostra vita, ci permette di conoscere chi siamo stati, aiutandoci a comprendere cosa possiamo diventare, anche i periodi più bui contengono la scintilla della luce. Ricordiamo che senza Medioevo non ci sarebbe stato Rinascimento.

Ultimamente l’Italia sta attraversando un periodo storico nel quale la cultura sta andando a perdersi. I dati infatti parlano di cali nella vendita di libri, ma anche di come molti italiani facciano fatica a comprendere un testo. Secondo te cosa bisognerebbe fare per invertire questa rotta?

Partire dalla scuola: corsi di teatro, incontri con l’autore, sfide tra istituti su letture di libri, una specie di giochi senza frontiere magari utilizzando la tecnologia, incentivando la realizzazione di video e booktrailer tra i ragazzi e poi incentivare la lettura, fin dalla più tenera età, senza opprimere con scelte obbligate nel libro da leggere. Attivare laboratori di lettura ad alta voce, sostenere le biblioteche, partiamo dal basso e saranno i ragazzi a ripartire dove noi abbiamo fallito.

Se in poche righe dovessi convincere i lettori di questo sito a comprare e a leggere i tuoi libri come faresti per convincerli?

Leggete i miei romanzi se cercate delle storie che profumano di magia, di mistero e di leggenda. Se volete scoprire i piccoli borghi di Liguria che come aliti di vento vi trasporteranno indietro nel tempo, alla scoperta di misteriosi segreti celati nelle pieghe del tempo.

A chi consigli la lettura dei tuoi libri?

A chi ama la storia, i thriller e i mistery. Chi crede che l’ambientazione non è solo una scenografia ma diventa parte integrante della storia, chi oltre a leggere vuol conoscere luoghi che solo all’apparenza possono apparire anonimi.

Ringrazio davvero di cuore l’autrice per la disponibilità e spero che quest’intervista vi sia piaciuta e mi raccomando andate a recuperare i libri di Daniela Tresconi! Alla prossima!

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