Il salotto del tè: Giulia Funiciello

 

Benvenuti nel secondo appuntamento con “Il salotto del tè”. L’intervistata di oggi è una giovane scrittrice di nome Giulia Funiciello, con il suo libro Alice.exe edito Graphofeel. Anche oggi, come nello scorso articolo vi dico il tè preferito dalla persona che intervisto, in questo caso un tè alla pesca.

Innanzitutto benvenuta su questo spazio per voi autori emergenti, è davvero un piacere avere la tua presenza qui sul blog, vorrei chiederti però prima di iniziare una breve presentazione di te.

Grazie mille è un piacere anche per me essere qui. Io sono Giulia studio al Liceo Classico Pilo Albertelli e attualmente sono al terzo anno. Studio anche il violino e suono nella Juniorchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Credo che sia tutto.

Leggendo in internet ho scoperto che sei mia coetanea,mi viene naturale chiederti come è nata la tua passione per la scrittura, ma anche come riesci a organizzarti con il tempo con la scuola, lo scrivere e tutte le attività che vai nella tua vita?

Immagine presa dalla pagina Facebook del libro “Alice.exe”

Proprio così, ho sedici anni. Diciamo che la mia passione più che nata l’ho scoperta: sin da piccola mi è sempre piaciuto molto scrivere i temi. Mi sono resa conto di questa passione quando frequentavo la prima media iniziando a scrivere la mia prima storia (che guarda un po’ è proprio Alice.exe). Riguardo l’organizzazione beh… io e questo aspetto siamo due mondi separati che viaggiano su linee parallele: inconciliabili. Sono abbastanza disordinata di mio, ma con la scrittura questo discorso è leggermente diverso. Devi sapere che scrivo le mie storie a mano su dei piccoli quaderni e questo mi facilita molto: infatti posso portali ovunque io vada, anche a scuola. Per esempio mi metto a scrivere mentre faccio la fila da qualche parte, non so dal medico magari, oppure dopo il termine di un compito in classe. Scrivere mi aiuta e sapere di avere il quaderno a portata di mano, anche se non verrà utilizzato, mi rassicura. Quindi più o meno è così che gestisco la situazione.

Parlando invece del tuo libro, la protagonista è una ragazzina che va nel mondo di Super Mario come mai questa scelta e perché proprio quel videogioco?

La scelta del videogioco di Super Mario e Luigi è nata dal fatto che un giorno la mia migliore amica Margherita mi abbia prestato la schedina di Super Mario 64 DS e ne sono rimasta affascinata. Non avevo mai giocato con un videogioco simile quindi, iniziando a scrivere la storia, mi è venuto quasi automatico ambientarla lì. La storia in sé per sé è nata sempre con questa mia amica: da piccole, quando io ero ancora alle elementari, giocavamo insieme; io facevo me stessa e Margherita praticamente tutti gli altri personaggi, mentre la sua sorellina giocava come Baby Peach e dovevamo salvarla dal virus malvagio. Un giorno ho deciso di iniziare a scrivere tutto questo e piano piano è nata la storia, oddio! La prima stesura era un’oscenità quindi ho rifatto tutto daccapo fino ad arrivare al risultato finale: il libro.

Scrivendo il tuo romanzo, per i personaggi non del mondo “Super Mario”, ti sarai basata su qualcuno di reale o sono anche quelli personaggi inventati di sana pianta?

Diciamo che è una via di mezzo. Ho preso ispirazione dalla mia esperienza personale e partendo da lì sono arrivata a dei personaggi del tutto diversi da come erano all’inizio. Per esempio con Alice sono partita da me, ma solo in parte, e in lei ho esagerato alcuni tratti del mio carattere quale la pigrizia e la sua passione per la procrastinazione e in più ho anche aggiunto qualcosa che non ho, ma che mi piacerebbe avere caratterialmente. I suoi genitori invece li ho inventati di sana pianta. Vorrei soffermarmi su un personaggio in particolare che non posso chiamare per nome altrimenti faccio spoiler: con lui mi sono ispirata a un mio compagno di classe delle medie che mi stava antipatico, ho fatto questo personaggio ispirato a lui e diciamo che per lui non è finita troppo bene. Per l’antagonista, invece, mi sono ispirata a vari personaggi presi da serie TV e devo dire che il risultato mi piace molto.

Disegno di un momento del libro

Essendo ancora nella fase adolescenziale aver scritto un libro è come un vanto, in realtà vorrei chiederti come hanno reagito i tuoi compagni di classe quando hanno saputo che hai pubblicato un libro?

Il discorso è un po’ controverso. Più o meno ne sono a conoscenza tutti, ma hanno reagito sostanzialmente in due modi diversi riassumibili nelle frasi “Ma hai scritto un libro? Wow complimenti! E di che parla?” Eccetera oppure “Hai scritto un libro? Ok buon per te”. Non saprei nemmeno dire con certezza se ci sia qualcuno che lo abbia effettivamente letto, giusto il mio professore di greco lo ha letto, ma è un’altro discorso. Ogni tanto mi chiedono riguardo i guadagni, ma visto che non mi compete e non mi interessa rispondo di non saperlo. Invece in orchestra è tutto un’altro paio di maniche: i miei amici contentissimi di avere un’amica scrittrice e possono anche vantare la loro presenza durante la primissima stesura di questo libro.

Ritornando al tuo libro, la protagonista del tuo libro è una ragazza, perché proprio la scelta di un personaggio femminile e non magari un ragazzo che, a volte, nella mentalità comune rappresenta il classico eroe macho man che non si fa battere da nessuno?

La scelta di Alice per me si tratta di una sorta di rivincita contro tutti i personaggi maschili. Mi spiego meglio: non sto dicendo che i protagonisti maschili siano da abbattere, semplicemente è un fattore personale; di tutte le storie che ho letto, e sottolineo tutte, le trame che mi piacevano di più avevano puntualmente un ragazzo come protagonista e mi risultava difficile l’immedesimazione. Prendiamo Harry Potter: la trama è fantastica e avvincente, però quello che letteralmente mi “rode” è che il protagonista sia un ragazzo. Certo Hermione ha la sua importanza, ma per me non è la stessa cosa. Così scrivendo ho deciso di fare l’inverso: il personaggio principale femminile e ruoli maschili di contorno altrettanto importanti. Quando vado in libreria spesso mi accorgo che le trame d’avventura hanno protagonisti maschili e quelle d’amore protagoniste femminili. Questa cosa non mi è mai piaciuta così ho deciso di scrivere le mie storie ripromettendomi di non fare la ragazza perdutamente innamorata disposta a fare le peggio cavolate per quello che le piace, anzi! Ho fatto l’esatto opposto: Alice è una ragazza indipendente e fin troppo orgogliosa!

Essendo ancora giovane quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Hai intenzione di scrivere altre storie?

Se ho intenzione di scriverne altre? Certo che si! Anzi ho già pronti sette seguiti! Non posso stare senza scrivere o senza immaginare storie, mi aiuta a mettere in ordine le idee. Sui progetti per il futuro la faccenda è più complicata: vorrei scrivere per lavoro e ultimamente mi sto interessando al mondo cinematografico: sarebbe interessante scrivere sceneggiature di film. Un altro progetto per il futuro, decisamente più arduo è quello di puntare al vivere di scrittura e anche due piccole pazzie, ovvero: vincere un prestigioso premio letterario e scrivere opere degne di un libro scolastico di letteratura.

Cos’è per te il tuo libro Alice.exe? Lo riscriveresti?

Alice.exe per me è la realizzazione di un sogno e non mi riferisco solo al fatto di averlo pubblicato, quello è sottinteso. Mi riferisco al fatto di aver potuto, almeno idealmente, vivere con Alice le sue avventure, di aver guidato i kart o aver fatto i livelli di Super Mario Bros, ancora di essermi potuta, almeno per un po’, estraniare dalla realtà: sono tendenzialmente una persona distratta e questa cosa mi è stata spesso rimproverata. È inutile, con la noia il mio cervello parte in automatico verso l’iperuranio e non torna più. Alice.exe è dunque la concretizzazione di questa fuga mentale. Mi piace così come è venuto. Se mi avessi chiesto di scriverlo prima del magnifico lavoro fatto con l’editor ti avrei risposto di si, sapevo che era incompleto e che mancava qualcosa quando lo rileggevo cambiavo automaticamente nella testa quello che non mi piaceva. Ora grazie alla Graphofeel questo non accade, la storia è al massimo delle sue possibilità e di questo ne sono molto grata. 

Le due domande che seguono le faccio sempre agli autori che intervisto, perchè credo siano perfette per concludere un intervista. La prima è a chi consigli il tuo libro ?

Consiglio questo libro a chiunque voglia farsi una risata e a chiunque sogni da sempre di vivere personalmente le avventure dentro Super Mario. Solo un consiglio: caro potenziale lettore che legge questa intervista non partire troppo prevenuto, anche se può sembrare un libro per ragazzini potrebbe sorprenderti. Fidati di me.

La seconda e ultima è: Se dovessi dire in poche righe perchè i lettori dovrebbero comprare il tuo libro quali sarebbero?

Ci sono tre principali ragioni per cui leggere Alice.exe: la prima è che si tratta di un libro divertente e molto leggero. Lettori accaniti potrebbero finirlo anche in un giorno. La seconda: leggendo si ha la possibilità di vivere insieme alla protagonista tutte le avventure che un appassionato di Super Mario ha sempre sognato.La terza: questa storia l’ho scritta a undici anni, quindi è intrinseca una visione del mondo di una preadolescente, quindi quello che viene visto in un modo da un cinquantenne è ovviamente diverso da quello che vedrebbe una ragazzina dell’età di Alice. Vi piacerebbe sapere com’è questo punto di vista? Leggi e scoprilo, non rimarrai deluso.

Ringrazio davvero di cuore la giovane autrice per essersi proposta per questa mia iniziativa, se il suo libro vi interessa lo potete acquistare tramite questo link.

Spero che quest’intervista vi sia piaciuta! Alla prossima!

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