Il salotto del té: Salvatore Pannone

 

Benvenuti in una nuova puntata de “Il salotto del té” questa volta con l’autore di Eterotopia: Niente è come sembra, ovvero Salvatore Pannone. Iniziamo subito con l’intervista e non perdiamoci in inutili chiacchiere.

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Ciao a tutti, sono Salvatore. Come prima cosa ringrazio te per questa intervista e le persone che spenderanno parte del loro tempo per leggerla. Che dire di me? Adoro immergermi in storie di fantasia, dal cinema ai romanzi passando per il mondo degli anime. Quando ho l’ispirazione, ne creo qualcuna di mio pugno.

Nella vita di tutti i giorni sei uno psicologo, quanto ha influenzato il tuo lavoro la scrittura del tuo romanzo?

In realtà in questo periodo mi occupo di politiche attive del lavoro, anche se accademicamente parlando in effetti sono uno psicologo. La psicologia ha influito da un punto di vista personale (ha un effetto terapeutico da non sottovalutare l’atto di scrivere). Lavorare come Navigator, invece, mi fa toccare con mano ogni giorno le difficoltà di intere classi di lavoratori abbandonati a sé stessi e sfruttati dal magnate di turno. Questo è un tema direi tra i più importanti del mio romanzo e il mio lavoro certamente ha influito nel trattarlo in un certo modo.

Come descriveresti il tuo romanzo?

Eterotopia è una società romanzata che però si pone a specchio con quella reale. È una storia di fantasia che ripercorre passato, presente e ipotetico futuro della nostra società (dal mio punto di vista, naturalmente). È un romanzo che porta a riflettere su tante tematiche attuali, dallo sfruttamento dei lavoratori citato prima al razzismo, passando per il ruolo della donna e a una più generale riflessione sulla differenza tra chi ha tanto e chi ha poco, dove chi ha tanto mette chi ha poco contro chi non ha niente scatenando un’autentica guerra tra poveri.

Come mai hai deciso di scrivere questo romanzo?

Perché mi guardavo e mi guardo intorno, e vedo una società che su tante cose ha preso una brutta strada. Noi stiamo diventando vittime/carnefici di questa strada ma possiamo cambiare le cose. La storia raccontata in Eterotopia riflette tutto ciò

Il tuo romanzo è un distopico. Secondo te ci stiamo avvicinando alla distopia descritta nel tuo romanzo? Ma soprattutto (domanda del secolo) la nostra realtà si sta avvicinando in qualche modo a una sorta di distopia?

Il mio romanzo racconta una distopia che c’è già stata e che va avanti da secoli, una distopia che c’è ancora oggi e una distopia che potrebbe esserci in futuro se non invertiamo la rotta. Mi chiedi se ci stiamo avvicinando alla distopia che ho descritto, ti posso rispondere che a volte sorrido amaramente di fronte a certe notizie a sfondo politico/sociale che superano di gran lunga la mia fantasia. Questo ci porta all’ultimo punto della domanda: sì, siamo assolutamente in una distopia. Lungi da me scadere in discorsi di sterile complottismo, ma vedo una società sempre più repressiva che, però, approfitta del suo potere mediatico per far passare una narrazione distorta di tante tematiche.
Passami il paragone con un episodio attuale: vedere la televisione di Stato chiedere a un artista di “adeguarsi a un sistema” che gli impedisce di portare sul palco un messaggio di solidarietà verso una classe sociale martorizzata, è un qualcosa che mi fa venire i brividi!

Quali sono le tue ispirazioni letterarie e non?

Da un punto letterario senz’altro Orwell. I suoi testi, 1984 su tutti, sono fonte di grande ispirazione per me. Trovo le sue riflessioni sulla società più attuali che mai. Un autore e un uomo mai banale nel fare le sue considerazioni. Penso che andrebbe fatto leggere e studiare in tutte le scuole. A livello non letterario rispetto Uomini come Gino Strada, che hanno speso tutta la loro vita per aiutare chi ha più bisogno, senza distinzioni geografiche o di qualunque altro genere.

Quali sono i tuoi progetti letterari del futuro?

Ho tante di quelle idee nel cassetto che ho bisogno di un nuovo cassetto!
Scherzi a parte, ho realmente tanti spunti per nuovi romanzi, ma purtroppo in Italia vivere di questo è al limite dell’impossibile. Vorrei potermi dedicare a tempo pieno al lavoro di scrittore, ma oggi è solo una passione a essere onesti. Purtroppo sono molto incostante per motivi di forza maggiore e, visto il poco tempo a disposizione, devo decidere bene come investirlo. Sicuramente il progetto più immediato è finire la trilogia di Eterotopia. In realtà il secondo e terzo volume sono già pronti, vanno solo rivisti alcuni dettagli e poi vedranno la luce. Non manca molto.

Come storie inedite, come dicevo ce ne sarebbero tante. Forse inizierò dall’ultimo mezzo progetto che ho pensato, e andremo in un genere specifico di fantascienza con uno sfondo molto “esistenzialista”. Non aggiungo altro perché è ancora un work in progress.

Perché scrivi? E che cosa vuoi comunicare con i tuoi scritti?

Per vari motivi. Sicuramente c’è anche un’esigenza personale, visto che scrivere mi aiuta a fare i conti con me stesso e mi permette di esteriorizzare il mio mondo interiore. Inoltre, come già accennato prima, vorrei che i miei romanzi oltre che intrattenere (che è pur sempre la prima cosa che un libro dovrebbe fare), lasciassero anche qualcosa ai lettori. Con Eterotopia sicuramente voglio trasmettere il messaggio che una società ideale è una società orientata al rispetto verso il prossimo, dove nessuno venga lasciato indietro o dimenticato. Abbiamo intrapreso una pericolosa politica dei muri a cui voglio rispondere con una politica dei ponti!

I muri diventano sempre più stretti ed egoisti, fino a esplodere. Vedo esseri umani incapaci di essere umani, e ciò è pericoloso. Inoltre, viviamo in un’epoca alla perenne ricerca di un nemico comune con cui prendersela, e spesso il nemico che ci costruiamo è chi è più disperato di noi. Vorrei che i miei libri lasciassero una riflessione su questi temi.
Quando chi ha poco appoggia chi ha tanto nella guerra a chi non ha niente perdiamo tutti.

Se con poche frasi dovessi convincere un lettore di questo sito a comprare il tuo libro che cosa gli diresti?

Che con Eterotopia ha la possibilità d’immergersi in un mondo totalmente inventato che però è strettamente legato a quello reale. Se ama perdersi tra le pagine di una “paradisiaca” Nazione futuristica coi suoi usi e costumi, tra colpi di scena, denunce sociali, adrenalina e una sottesa ironia, allora questa storia fa per lui.

A chi consigli la lettura del tuo libro?

A chi crede nel rispetto verso il prossimo, in generale. In un senso più strettamente letterario a chi ama il genere distopico. Il libro, nonostante i temi trattati (non proprio leggerissimi), è scritto volutamente con uno stile fluido e scorrevole. Non manca la suspense, specie nel finale. Insomma, se ti piacciono queste cose, potrebbe interessarti Eterotopia.

Ringrazio ancora l’autore per aver accettato l’intervista per il sito! Spero ci sia piaciuta quest’intervista! Alla prossima!

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