Intervista a Roberta Fierro autrice de “Rosso è il colore del destino”

 

Oggi ho il piacere di intervistare l’autrice del romanzo Rosso è il colore del destino. Iniziamo subito!

Come è nata la tua passione per la scrittura?

Credo di averla sempre avuta. Da piccola ho sempre scritto diari, e già a dieci anni scrivevo storie da leggere poi ai miei cugini più piccoli. Però credo che la passione sia esplosa quando, a causa di un brutto periodo, sono stata costretta a stare a casa e scrivere mi ha aiutata ad affrontare le mie paure e diversi ostacoli.

Chi è o chi è stata/o Il tuo punto di riferimento?

Non ho avuto punti di riferimento che mi spingessero a scrivere, nessuno nella mia famiglia segue questa passione, e non mi sono affidata neanche ad uno scrittore in particolare per le mie storie. Però posso dire che sono molte le persone che hanno creduto in me e mi hanno sostenuta, in particolar modo mia nonna, che purtroppo non c’è più.

Qual è il tuo libro preferito di sempre? Perché?

Che domanda difficile! Sono una lettrice accanita, leggo da quando ne ho memoria e sarebbe difficile scegliere un solo libro tra i tanti che amo. Forse direi “Il ritratto di Dorian Gray”, perché è un vero capolavoro, un romanzo che tratta temi forti, che osa, che non ha paura del giudizio. Lo definisco un libro “sfrontato”. Inoltre ho sempre trovato affascinante il fatto di potersi specchiare nella propria anima e scoprire le conseguenze delle proprie azioni.

Ti senti orgogliosa del tuo libro “Rosso è il colore del destino”? È il tuo primo romanzo?

Sono orgogliosa di ciò che ho scritto e soprattutto del fatto che il mio romanzo possa essere letto da chiunque, quello è il traguardo più grande e soddisfacente per uno scrittore. No, non è il mio primo romanzo, prima di esso ho pubblicato “Il potere perduto dell’amore” e “Occhi d’ametista”, entrambi sempre di genere Fantasy.

Per quanto riguarda il romanzo, ti sei ispirata a qualcuno mentre creavi i personaggi del libro, in particolare Erin e Calix?

Traggo sempre ispirazione dalla realtà per i miei personaggi “fantastici”, e ognuno di loro ha una parte di me, ad esempio Erin rappresenta le mie paure ma anche la mia determinazione, Calix invece, rappresenta il mio coraggio, la mia sfrontatezza e la testardaggine. Gli altri personaggi invece, sono ispirati a persone a me vicine, come ad esempio nonna Jane, che ha molti tratti di mia nonna o Lexi che somiglia ad una mia cara amica.

Dalla fine del romanzo si intuisce che ci sarà un seguito, hai già iniziato a scrivere qualcosa?
Si, sono lieta di poter dire che la seconda parte di “Rosso è il colore del destino” è già un “work in progress” e presto i lettori avranno tante risposte.

Esso sarà ancora raccontato con i punti di vista di Erin e Calix?

Si. Trattandosi di una scrittura in prima persona ho per forza di cose focalizzato il romanzo sui punti di vista dei due protagonisti.

Come promuoveresti e convinceresti un lettore a leggere il tuo libro?

Se amate il genere Fantasy o le belle storie d’amore, e se siete curiosi e affascinati dai demoni e dall’antica leggenda Giapponese del filo rosso del destino, non potrete non apprezzare la storia di Calix ed Erin. Due mondi paralleli eppure così diversi, che finiscono per scontrarsi e dare vita ad una nuova e straordinaria realtà. Inoltre non mancheranno le battute di spirito, i momenti carichi di emozione e soprattutto i tanti colpi di scena. Il mio romanzo porta in se il messaggio che i sentimenti sono fondamentali, che non dobbiamo mai nasconderli, che le maschere sono utili solo a Carnevale. Ma soprattutto, “Rosso è il colore del destino” vuole insegnare che nonostante le diversità, c’è un posto per ognuno di noi da qualche parte nel mondo, dobbiamo solo avere il coraggio di rischiare per trovarlo.

E questa era l’ultima domanda di quest’intervista!
Spero vi sia piaciuta
Annamaria

Translate »