La corte di rose e spine di Sarah J. Mass

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

«Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.»
Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge «ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita».


Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente.
Quando poi un’ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo…

Finalmente dopo tanto tempo sono riuscita a leggere questa bellissima saga che mi ha fatto perdere la testa per parecchie settimane, non è un eufemismo quando dico che ho letto quasi 2000 pagine in quindici giorni tanto da perderci il sonno e vivere attaccata al caricatore per ricaricare il kindle. In alcuni momenti di pura pazzia ho dovuto nascondere il dispositivo tra i maglioni nell’armadio per evitare tentazioni e tutelare la mia sanità mentale già precaria a causa di altre ossessioni un po’ pazzerelle.


In questo primo volume conosciamo i personaggi principali che ci faranno versare moltissime lacrime di estrema tristezza oppure fare l’appello di tutti i santi possibili e immaginabili del calendario per delle scelte altamente discutibili, soprattutto se si trattano delle scelte della protagonista che non ne azzecca una manco se avesse un libretto delle istruzioni sottomano, dovrebbero provare la psicologia inversa con questa ragazza magari funziona.Cosa non si è disposti a fare per amore di una persona anche quando questa sembra irraggiungibile in un regno costruito sotto una montagna solo per poter dire ‘Ti amo’?Direi di tutto no? Soprattutto se ti chiami Feyre e hai un tempismo nell’agire che proprio mi lascia basita il 75% delle volte mentre la restante parte mi piaci pure. Non dico con cattiveria queste cose, solo che alcune volte non la tollero proprio e mi chiedo cosa non abbia funzionato nel suo concepimento o se proprio lo faccia apposta e ci trovi gusto a disubbidire.


Feyre, la protagonista mortale con il potere di fare tutto l’opposto di quello che le dicono, è l’unica della famiglia che cerca di portare a casa del cibo per non morire di fame visto che il padre e le sorelle non muovono un dito per procurarsi un pasto caldo e si divertono quasi a sperperare quelle due monete che riescono a racimolare dalla vendita delle pelli che riesce a procurarsi Feyre durante la caccia. Per salvare la sua famiglia è disposta ad andare nella terra dei Fae per garantirgli la sopravvivenza e magari un futuro migliore come ha promesso alla madre tempo fa.Tutte le leggende del mondo mortale narrano che i Fae non possano mentire e che trattano gli umani come schiavi o prigionieri, ma come tutte le leggende spesso non sono vere o celano pezzi di verità: Tamlin non ha intenzione di farle del male anzi la tratta come se fosse la sua principessa, la principessa della Corte di Primavera.


Chi non vorrebbe un Tamlin nella propria vita? Un bel giovane immortale dagli occhi verdi e i capelli biondi che ti faccia dei complimenti un po’ goffi da scioglierti il cuore disposto a sacrificare il suo regno e il suo cuore di pietra per la persona che ama, ecco chi è il Signore Supremo della Corte di Primavera.Ero già assuefatta dalla descrizione fisica e man mano che divoravo pagine su pagine ero totalmente affascinata da lui.
Ovviamente non è perfetto nemmeno lui, e spetta a Lucien farglielo capire a volte.
Lucien, braccio destro di Tamlin e Fae-mai-una-gioia viene promosso come babysitter della protagonista ed è costretto a sopportarla ogni santissimo giorno. Lucien ti faccio le mie condoglianze per questo ingrato compito, ti ammiro per non averle cacciato una freccia di frassino nel cuore quando l’hai conosciuta.


Se Feyre è la bella della storia Tamlin è la bestia, in senso letterale e metaforico, costretto a indossare una maschera per quasi cinquant’anni per colpa di un sortilegio scagliatogli contro da Amarantha solo perché lo ha respinto.Come in ogni maledizione che si rispetti c’è un modo per spezzarla e casualmente la protagonista è la chiave di tutto.
Mai una volta che la soluzione del problema sia qualcosa di inanimato e pure facilmente reperibile.Ovviamente non mancano i colpi di scena e gli accordi di dubbi scopi con persone che sembrano appartenere alla schiera dei cattivi.Una delle poche note stonate consiste nel fatto che la figura femminile venga trattata in modo quasi primitivo da farmi venire quasi il disgusto.Non so voi a io non vorrei vivere in un luogo in cui le donne non vengono minimamente calcolate e devono fare le mogliettine perfette e fare pargoli immortali o fare da intrattenimento con il proprio corpo con abiti che coprono il nulla cosmico, anche terminologia con cui si fa riferimento ai personaggi sembra sottolineare i vari ruoli all’interno della storia.


Se siete amanti della storia de ‘La bella e la bestia’, siete cresciute come me a pane e libri su creature immortali allergiche al legno e siete a caccia di nuove avventure su un’isola divisa in sette fantastiche corti tutte capitanate dai rispettivi Signori Supremi che sembrano dei scesi in terra questo è quello che fa per voi.

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