La piccola Parigi di Massimiliano Alberti

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Vicoli stretti, costruzioni basse e rustiche come a Montmartre solamente a Trieste tante piccole case sorgono accatastate una vicina all’altra, in un’area che ricorda lo spirito Bohémien ma senza le notti del Moulin Rouge o de Le Chat Noir questa è la Piccola Parigi. La differenza più grande tra Parigi e la Piccola Parigi? La seconda è popolata di storie di sola gente e di gente sola, di andate e di ritorni, di calzini appesi accanto al fuoco e di corti umide, di storie d’amore e d’amicizia e di tutte le persone che ci vivono nonostante il decadimento della Piccola Parigi. 

Dopo “L’invitato” Massimiliano Alberti crea un’altra storia benevola per l’anima e per il cuore. Il suo secondo romanzo “La piccola Parigi” è infatti, a mio parere, uno dei libri nel panorama dell’editoria italiana migliore che sia stato scritto. Può risultare un po’ esagerata quest’ultima mia affermazione, ma leggendo questa recensione potrete capire perché dico tutto ciò. Ultima premessa prima di entrare nel vivo della recensione: per parlare di questo splendido libro ho il fabbisogno di farvi qualche piccolo spoiler. 

Non leggevo da molto tempo un libro così ben scritto che riuscisse a portarmi in un vortice di emozioni indescrivibili. Massimiliano Alberti attraverso Lorenzo ci fa vivere l’amore in tutte le sue forme. L’amore per le proprie origini e per la propria città natale e per le persone che più amiamo sia che siano parenti o amici sia che siano gli amori adolescenziali o quelli di tutta la vita. La piccola Parigi è un manifesto delicato e crudo sull’amore. La piccola Parigi però non è solo amore e anche la vita quotidiana di un borgo in decadenza con i suoi singolari personaggi e i suoi luoghi. L’autore riesce con le sue parole a trasportarci quasi fisicamente nella piccola Parigi facendoci vivere le atmosfere e i personaggi come se il lettore vivesse anche lui nella Piccola Parigi.

Era da un po’ di tempo che non leggevo un libro con così tanta voglia, ma soprattutto non leggevo da molto un libro che appena chiudevo le pagine per fare altro o dormire mi facesse venire voglia di leggere ancora e ancora. “La piccola Parigi” per me è stata come una sorta di droga benevola che in qualche modo ha deliziato le mie giornate. Non sono altrettanto benevole le droghe che Christian, amico d’infanzia di Lorenzo (il protagonista), assume. L’autore con la sua crudezza ci racconta uno spaccato di gioventù che purtroppo non è un caso isolato. La droga infatti ormai è una delle piaghe dell’uomo e Christian ne è l’emblema. Nella droga cerca un rifugio per la sua infanzia turbolenta. Nonostante tenti di disintossicarsi finisce per morire solo in casa sua. L’autore non esprime con troppi fronzoli questa cruda realtà, anzi c’è la sbatte in faccia con tutta la malinconia e la tristezza che situazioni de genere possono causare. 

Un altro merito di questo splendido libro edito Infinito Edizioni è lo stile di scrittura dell’autore. Magnetico e allo stesso tempo realistico e crudo definirei più o meno così lo stile di scrittura di Massimiliano Alberti. Uno stile che riesce a far vivere al lettore le emozioni e la storia che il protagonista racconta. Se avete letto il suo primo romanzo, L’invitato, noterete l’estrema bravura dell’autore. Se infatti nella prima opera pubblicata l’autore usa uno stile di scrittura un po’ frizzante e a tratti pop in questo secondo romanzo ci troviamo davanti a uno stile simile a quello dell’immenso Carlos Ruiz Zafon, ovvero uno stile che avvolge che ti porta con la testa nella fantasia dell’autore. Lo stile di scrittura in questo romanzo mi ha permesso davvero di vivere la storia come se fosse la mia storia lacerandomi continuamente l’animo, ma allo stesso tempo facendomi apprezzate la bellezza delle piccole cose, dei luoghi in cui vivo e delle emozioni e dei sentimenti che fanno vivere l’essere umano. 

Massimiliano Alberti con questo magnifico libro gioca con le nostre emozioni, soprattuto con le mie. Non nego infatti di aver pianto per esempio quando muore la madre di Lorenzo ( tra l’altro grazie Massimiliano per aver giocato con la mia sensibilità anche nelle pagine successive alla morte della madre di Lorenzo mettendo “il dito nella piaga”). Non ho solo pianto, ma ho anche “odiato” alcuni personaggi o determinate scelte che alcuni di essi fanno. Insomma è stato un romanzo che mi ha preso e catturato in un vortice che nemmeno io so descrivere a parole è proprio una cosa che va vissuta in prima persona.

In conclusione vi consiglio questo secondo libro di Massimiliano Alberti? Assolutamente sì perché sarà un romanzo che grazie alla sua meravigliosa storia vi entrerà nell’animo e vi rimarrà ancorata per un bel po’. Vi consiglio di concedervi la lettura di questo romanzo perché ne rimarrete incantati dalla bellezza.

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