La spada e il crisantemo di Veronica N.M. Green

 

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Dopo una missione in Afghanistan finita male , l’ex sottotenente Joanna Edwards passa le sue giornate tra alcol e droga. E’ convinta che sia la giusta punizione per quello che è successo in missione, dato che era lei la responsabile. Così cerca di dimenticare annullandosi. Peccato che la Cia ha piani diversi per l’ex sottotenente: è l’unica a cui può essere affidata una missione molto delicata. Ma perché proprio lei? Joanna vorrebbe saperlo, ma la Cia, si sa, non da spiegazioni. Viene così reclutata, fatta disintossicare e mandata ad Harvard a frequentare un dottorato di Lingue e Culture Orientali. La sua copertura? Sarà l’assistente del professore Hamata e dovrà trovare più informazioni possibili su un’antica spada. Joanna pensa che sarà un missione noiosa, ma appena arrivata nell’ufficio del professore, è subito catapultata in un mondo fatto di leggende e miti, che la portano in Giappone a scoprire di più su un manoscritto, su una spada con un potere straordinario e a riscoprire se stessa.

La storia è accattivante. Abbiamo un manoscritto antichissimo, una spada perduta, un’organizzazione segreta, “i dodici protettori della spada”, e una prescelta: Joanna. In sottofondo abbiamo il Giappone. E io adoro il Giappone e tutto ciò che lo riguarda. Per cui questo libro mi ha subito incuriosita. Dopo un inizio movimentato, in cui conosciamo Joanna e ci addentriamo nella storia, il ritmo cambia, diventa un po’ piatto, tanto da farmi un po’ annoiare, ma, si c’è un ma, ad un certo punto, quasi dopo la metà del libro c’è una svolta, e il mio unico pensiero è stato solo che dovevo assolutamente finirlo. Anche se ahimè, rimangono in sospeso molte cose. Per cui credo, e spero, ci sia un secondo libro.

Mi è piaciuta molto l’idea di una protagonista non proprio perfetta, anzi molto lontana dall’esserlo, che però ritrova la gioia di vivere, ritrova l’onore e l’amore, e come dicevo all’inizio ritrova se stessa. Ed è questa la vera storia. Il libro si lascia leggere e si vede che l’autrice è un’appassionata di storia e leggende orientali, e che si è documentata. Insegna anche Tai Chi Chuan, e questa sua passione, traspare molto durante le sessioni di allenamento di Joanna. Mi è molto piaciuto questo viaggio in Giappone, tra arti marziali e leggende.

Detto ciò purtroppo ho notato alcune pecche “tecniche”. Alcuni personaggi li ho trovati stereotipati. Ho anche fatto fatica ad entrare in sintonia con Joanna, e soprattutto con Toshio, che doveva essere il bel giapponese tenebroso ma dal cuore tenero. All’inizio sembra un bambino viziato. E di conseguenza il rapporto con Joanna infantile. Poi però non so, magicamente da metà libro in poi, i personaggi prendono vita e ci si appassiona, ma nonostante questo non sono riuscita ad entrare in sintonia del tutto con loro.

I capitoli poi, infiniti. Ho contato anche più di 50 pagine, scritte fitte, e senza una riga di distacco da una situazione all’altra. Io ho capito che l’autrice ha diviso la storia, e quindi il libro, in fasi, e l’ho molto apprezzato, ma all’interno del capitolo non c’è respiro tra un evento e l’altro. E’ tutto insieme, non dando così il giusto tempo di lettura. Ma sono i dialoghi quelli più mi hanno innervosito. I punti esclamativi erano ovunque. E quando dico ovunque, dico proprio ovunque! Mi hanno dato davvero fastidio, perché davano la sensazione che i personaggi continuassero a gridare quando parlavano, anche quando non ce n’era assolutamente bisogno. Peccato.

Avrei anche voluto un po’ più di suspense all’inizio. Invece scopriamo quasi tutto subito, soprattutto il ruolo di Joanna. Io avrei aspettato, non troppo, perché capisco che poi a livello di tempistiche narrative, non ci stava dentro, ma avrei creato un po’ più di aspettativa. In modo da fare crescere di più Joanna. Così è stato tutto toppo veloce. Ho trovato molto interessante il punto di vista dei “cattivi”, però, avrei preferito che accompagnasse quello dei “buoni”. Inserito così verso la fine, ricapitolando la storia fino a quel momento, mi ha un po’ destabilizzato. Secondo me, alternando i due pov, avrebbe creato più movimento alla storia di spionaggio, per poi arrivare al colpo di scena finale. Che ammetto è stato bello.

Insomma per concludere, nonostante queste note negative, il libro mi è piaciuto e mi ha lasciato un po’ di tristezza e la voglia di sapere come continua, se continua. La storia è diversa dal solito, interessante e si legge volentieri. Anche se qualcosa da sistemare c’è, si vede l’impegno e l’amore che l’autrice ci ha messo, e soprattutto si vede la sua passione per l’Oriente. per questo voglio spronarla a continuare sperando che i miei consigli possano esserle d’aiuto. Consiglio la lettura a chi ha voglia di evadere un po’ dai soliti schemi e partire per un viaggio in Giappone, tra arti marziali e leggende.

Ringrazio l’autrice per avermi dato l’opportunità di leggere il suo romanzo donandomi una copia.

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