Le parole che ho trovato per te di Alessio Tavino

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Se c’è una cosa che Alessio sa con certezza è che la poesia fa parte di lui. Ama scrivere, immaginare storie e parole, ascoltare come danzano insieme. Dire che vuoi essere un poeta però… è qualcosa troppo fuori dalla norma. Sembra autocelebrativo, respingente. E, invece, tutto ciò che Alessio vorrebbe è essere come gli altri, per questo forse, quando l’eccentrico professor Maggetti chiede ai suoi studenti di presentarsi davanti alla classe, Alessio di sé racconta una storia diversa da quella che ha nel cuore. D’altra parte, non vuole finire come Rosalba, la ragazza brutta del treno, quella con i capelli rosa slavati e le cuffiette sempre nelle orecchie. Quella di cui tutti ridono e con cui nessuno parla mai. Decide così di nascondere la sua passione, fino al giorno in cui non incontra Sofia. Bellissima, solare, magnetica. La ragazza perfetta. E per lei scrive una poesia.

Prima di leggere questo romanzo non avevo alte aspettative perché avevo paura della storia che mi potessi trovare davanti. Ho accettato questa collaborazione però perché ero curioso di scoprire questo genere di storie che leggo poco. E infatti a fine lettura le mie basse aspettative si sono concretizzate se non persino deluse. Il libro infatti è, a parer mio, l’esatta rappresentazione di questo genere di libri che mi ero fatto nella mente, ovvero la classica storia romantica piena di cliché che ti fanno sospirare dalla noia perché è un riciclo continuo di idee. Nonostante la storia sia fatta con lo stampino nemmeno i personaggi principali mi hanno particolarmente coinvolto e amato. Il protagonista, ovvero Alessio, seppur l’abbia trovato abbastanza “stereotipato”, nel senso che è il classico ragazzo insicuro e un po’ particolare (come i personaggi di libri come Rossa come il sangue Bianca come il latte), di questo genere di libri è l’unico personaggio che credo di aver sopportato maggiormente. Mentre le due ragazze protagoniste di questo libro le “odiate” principalmente per la loro caratterizzazione. Partiamo a parlare di Rosalba, personaggio su cui voglio parlare di più facendo anche qualche piccolo spoiler. Il personaggio di Rosalba credo sia uno dei pochi personaggi letterari che mi abbia fatto un’antipatia talmente forte fino a non sopportarla. In alcuni momenti volevo entrare nel libro e tirarle qualcosa in testa per farla stare zitta. Quando poi viene investita davanti agli occhi inermi di Alessio credo di aver provato un po’ di felicità al punto tale che avrei gradito molto che fosse morta proprio per “non averla in mezzo ai piedi” sia per vedere soffrire un po’ anche Alessio. Un punto a favore che però riflettendoci devo dare all’autore e che è riuscito a farmi vivere i personaggi fino a rendermeli quasi antipatici e non è una cosa totalmente scontata, perché l’autore è riuscito a dargli una sorta di carattere (seppur scontato) e quindi non sono dei personaggi che rimangono solo impressi nella carta e basta.

La seconda protagonista che ho gradito poco come carattere è Sofia, che ho trovato letteralmente tossica dal punto di vista relazionale e devo ammettere che mi è piaciuta questa scelta perché finalmente il carnefice della relazione tossica non è più l’uomo, ma la donna. Questo dimostra che anche la donna può rendere una relazione tossica e non solo l’uomo come vediamo molte volte in altri contenuti. Il pregio dei personaggi creati da Alessio Tavino e che seppur siano abbastanza nei canoni del genere letterario di riferimento di questo romanzo sono anche piuttosto realistici e quindi questa cosa mi ha fatto abbastanza piacere perché l’autore non ha creato personaggi che sanno di finto o situazioni troppo irrealistiche o troppo romantiche da diabete.

Un’altra cosa negativa che ho trovato all’interno di questo romanzo sono i componimenti poetici che troviamo all’inizio di ogni capitolo. A parer mio li ho trovati abbastanza inutili nel senso che non mi hanno fatto letteralmente nulla anzi delle volte erano come degli spoiler del capitolo dopo e quindi già leggendo la poesia capivi un po’ di cosa parlava il capitolo che stavi leggendo lasciandomi un senso di amaro in bocca. Inoltre molte volte ho trovato i componimenti davvero semplici e a volte davvero banali che mi cadevano le braccia. Non voglio insinuare che l’autore non sia un bravo poeta, ma certe sue poesie all’interno di questo volume mi hanno fatto storcere il naso perché mi aspettavo un altro tipo di poesia e non una cosa quasi da aforisma o da post poetico che vediamo girare su Instagram. Ho trovato durante la lettura la scrittura di Alessio Tavino migliore nella parte di prosa rispetto a quella poetica. Lo stile di scrittura dell’autore non è nulla di eccezionale, ma comunque la lettura scorre velocemente e mi ha intrattenuto a dovere. Mi è piaciuta molto la scelta di scrivere capitoli brevi perché così la lettura risulta più snella e più rapida.

In conclusione vi consiglio la lettura di questo romanzo? Si e no. Ve lo consiglio se volete una lettura leggera e che vi faccia passare del tempo in maniera spensierata. Se invece cercate anche una lettura di questo genere letterario, ma che sia abbastanza impegnata come lettura evitate di acquistare questo libro perché non vi soddisferà a pieno. In conclusione voglio anche augurare un futuro letterario a questo giovane ragazzo pieno di libri, ovviamente ricco di libri sempre più belli rispetto a questo suo primo esordio letterario. 

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