L’Evangelizzatore di Marcello Rodi

 

In quest’articolo vi parlerò di un libro super interessante, ma soprattutto che mi ha  colpito parecchio per la scelta di scrittura decisa dall’autore.Sto parlando de “L’Evangelizzatore” di Marcello Rodi che mi è stato gentilmente spedito dalla casa editrice Campi di Carta per scriverne una recensione onesta. Partiamo subito con la recensione.

A New York stanno succedendo una serie di delitti efferati che stanno insanguinando la città. Il modus operandi di questo serial killer però è alquanto bizzarro e non si spiega il motivo di tutti questi crimini. Inizia così l’indagine dell’FBI per scoprire chi sia questo omicida. Inoltre in America potrebbe succedere un altro undici settembre. Inizia così l’indagine per sventare la minaccia terroristica.

La caratteristica principale di questo libro è quello che ogni capitolo è incentrato su un personaggio diverso. Questo non significa che il libro sia confusionario o mal scritto anzi grazie a questa narrazione acquisisce un valore in più. Lo stile scelto da Marcello Rodi è un po’ come un coltello con una doppia lama infatti se da una parte rende la lettura particolare e dinamica dall’altra non permette di entrare in connessione e quindi di aver una sorta di empatia con  i personaggi. Questo è un bene se si pensa che il libro è un misto fra il thriller e il giallo perché infatti il ritmo incalzante permette di evitare punti morti e quindi evita di annoiare il lettore. È un male però se si cerca un poliziesco o comunque un giallo nel quale si vuole entrare a far parte della storia. Infatti con questa narrazione mi sono trovato più spettatore esterno che interno, ovvero non vivevo le stesse emozioni che magari provava il serial killer, l’agente x o qualsiasi altro personaggio.

Il libro di Marcello Rodi, però, è scritto da mani sapienti. Nulla in questo romanzo è lasciato al caso tutto ha un senso logico, ma soprattutto niente di ciò che l’autore cita all’interno del libro come: tecniche investigative e tutta la parte sul football americano non sono puramente inventate. Ma sono frutto dell’esperienza dell’autore che comunque le ha vissute sulla propria pelle. Infatti l’autore oltre ad esser stato commentatore per alcune reti televisive è stato anche: un ufficiale del Esercito italiano, un direttore della sicurezza informatica presso la Nato. Da queste informazioni possiamo capire quindi che tutte le specifiche tecniche che lo scrittore cita all’interno del suo romanzo sono veritiere e non scritte tanto per scriverle.

Il finale di questa storia, l’ho trovato davvero scritto con i fiocchi. Infatti ho trovato la scelta di come mandare avanti la storyline dell’attentato terroristico davvero ben costruita e soprattutto riesca a farti rimanere sulle spine fino alla fine del libro dove si giunge ad una conclusione. Mentre per quanto riguarda la vicenda dei crimini che accadono nella città di New York devo ammettere che anche qui la storia procede bene e senza lasciare l’amaro in bocca. Personalmente, per via della mia etica personale, non avrei fatto la stessa scelta che la squadra d’investigatori decide di fare alla fine del romanzo. Alla fine trovo che la scelta di concludere quel filone in quel modo sia dato da un futuro libro in cui incontreremo i personaggi che abbia conosciuto in questa storia.

Spero che questa recensione vi sia piaciuta! Alla prossima!

 

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