Rosso Botticelli di Stella Stollo

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Nella splendida e raffinata Firenze dei Medici un misterioso personaggio uccide una serie di donne senza alcun motivo apparente. Le vittime sono belle, colte e indipendenti, aspirano all’amore e a una vita che soddisfi le loro aspettative. Il loro assassino è rozzo e spietato, insensibile alla grazie e alla speranza di quel Mondo Nuovo che sembra ormai alle porte. Qual è il fil rouge che collega tra loro i femminicidi e qual è l’oscuro significato che i cela dietro agli strani simboli rinvenuti nei luoghi degli spietati delitti? Tra pittori, speziali, filosofi e mercanti, un thriller di grande maestria ambientato nel mondo dell’arte, vibrante come un capolavoro di Botticelli.

Cosa si cela veramente dietro a uno dei quadri più famosi del pittore Sandro Botticelli?
Nessuno lo sa con certezza e, questa aura di mistero è accentuato dalla serie di omicidi a cui è collegato.Chi lo avrebbe mai detto che il Maestro, chiamato così da Filippino Lippi, sia stato ispirato da dei crudeli delitti verso giovani innocenti e che abbia voluto dargli una sorta di giustizia.


Da grande appassionata della Firenze medicea non ho potuto non fare i salti di gioia nell’essere catapultata negli ultimi decenni del 1400 e poter in qualche modo assistere a dei possibili discorsi tra i più celebri personaggi storici come Leonardo da Vinci e Amerigo Vespucci, oppure partecipare alle serate dell’alta società e a riunioni di società segrete.
8 personaggi dipinti uniti a 8 delitti che hanno sconvolto la città per oltre un decennio, ecco cosa collega il quadro ai delitti; la firma dell’assassino si trasforma in un dettaglio di ogni figura dipinta che a primo impatto nessuno li collegherebbe: una ghirlanda di fiori, un rametto di ulivo, una collana o un mantello rosso ecco cosa hanno in comune.
Fidatevi di una lettrice che si è fatta ingannare all’inizio su chi fosse l’assassino: non indovinerete mai chi sia il vero autore di tutti i crimini fino alla fine del libro, però siete liberi di fare le vostre supposizioni.Per gli amanti dei dipinti di Botticelli e della famiglia di Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico, o se preferite il fratello Giuliano brutalmente ucciso il giorno di Pasqua durante la messa nella Congiura dei Pazzi, questo giallo storico è quello che fa per voi.In circa 350 pagine vivrete gli ultimi anni di vita della musa di Botticelli, la sua Venere Simonetta Vespucci, e di una guaritrice che non crede nella chiesa e verrà giustamente punita; non mancheranno i colpi di scena riguardo la sfera amorosa ma, se conoscete un minimo di storia non vi coglierà impreparati anzi vi farà pure piacere di avere una nuova teoria su cosa sia successo veramente in quel tempo.

Un pochino mi dispiace per il povero pittore che rimane sconvolto da una serie di notizie riguardanti la sua Venere tra cui la relazione con Giuliano de’ Medici, che hanno avuto il loro “lieto fine” dopo la tragico epilogo della serie tv anglo-italiana sponsorizzata dalla Rai.
Soffro ancora per quelle morti ogni volta che riguardo la serie e fa sempre male come la prima.Non è che stavolta siano più fortunati, il 26 aprile colpisce pure qua e non lascia scampo a nessuno, in qualche modo tutti perdono una parte di loro stessi e non saranno mai più come prima.


La primavera è la stagione di rinascita e in un quadro dai molteplici significati, è strettamente legata in qualche modo alla morte: tutte le che muoiono risorgono e si risvegliano in una nuova realtà, e così pure i quadri fanno rinascere i personaggi rappresentanti in un’altra realtà che li custodirà per sempre a discapito del tempo fino a renderli immortali.In questo aranceto i volti dei personaggi che nella realtà sono stati strappati alla vita potranno viverne una immortale nella stagione della rinascita e potranno essere liberi.Se non avete avuto la possibilità di visitare Firenze e gli Uffizi vi consiglio fortemente di andarci almeno una volta, vedere dal vivo ‘La primavera’ è una fortissima emozione, o almeno lo è stata per me, nel vedere quanto le figure sembrino veramente vive e un tutt’uno con la natura che li circonda oltre che curati nei più piccolo dettagli che fanno la differenza.Botticelli è riuscito a rendere immortali i suoi quadri e sarà così per sempre.

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