Segnalazione: Il tempo perso in aeroporto di Lorenzo Foltran

 

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Il tempo perso in aeroporto è una raccolta di 57 poesie divise in tre sezioni: Giorni senza calendariSogni interattivi e Adesso. Il tempo perso in aeroporto non è una semplice antologia, ma una raccolta organica nella quale i singoli testi sono organizzati in modo tale da raccontare una storia. La prima sezione è un viaggio, un movimento che è allo stesso tempo spaziale e temporale. Il poeta si vede costretto a un esilio volontario che inevitabilmente lo porta alla nostalgia del migrante, del navigante, dell’espatriato (Mare nostrum). La migrazione spaziale amplifica quella temporale (“Avventore di un bar che non esiste”), alterando la percezione del passato in una sorta di effetto Doppler mnemonico che spinge l’io lirico alla consapevolezza della fragilità del presente (“Dovresti esercitarti alla misura”) e alla riflessione sul fare poetico (“L’amore tutto l’ho gettato al vento”) come strumento interpretativo del viaggio stesso. La fatica del percepire il passare del tempo addormenta l’io narrante, preparandolo al viaggio onirico di Sogni interattivi (“La vita vera s’aggira nel sogno”).

La seconda sezione è, infatti, composta da una serie di sogni. Il sogno si configura come rifugio, come fuga dal fluire del tempo e dalle problematiche della vita contemporanea che sono evocate nell’ultima poesia di Sogni interattivi (Continuare senza salvare?) e che rappresentano il nucleo centrale della sezione seguente. Allo stesso tempo, i sogni permettono di rielaborare il lutto individuato nella distanza spazio/temporale di Giorni senza calendari e di sostenere il peso della ripetitività della vita sociale che sarà descritta in AdessoSogni interattivi è la sezione più “avanguardistica” del libro per quanto riguarda i temi trattati: ogni sogno, infatti, è l’interpretazione o l’ekphrasis poetica di un videogioco, una lettura/letteratura digitale. Il videogioco è un elemento antitetico al tempo grazie alla peculiarità di poter “mettere in pausa” e “salvare” i propri progressi durante il suo svolgimento o, al contrario, di “resettare” i propri risultati per tornare al punto di partenza.

La terza sezione coincide con il risveglio dal sonno notturno di Sogni interattivi e con la presa di coscienza del (ri)trovarsi nella prigione perpetua della vita moderna e del giorno lavorativo. La sezione si snoda attraverso le tappe di sveglia (“Soppeso la coperta”), viaggio verso il luogo di lavoro (“Agente, mietitrice di biglietti”), ufficio (“Odore di savana, paglia, sterco”), ritorno a casa (“Il verme ci fagocita, ci mangia”). La ripetitività e l’alienazione che ne derivano anestetizzano la percezione del tempo: il rituale lavorativo ed economico imposto dalla società impedisce all’io lirico di poterne sentire lo scorrere. Tuttavia, questo rito giornaliero è solo un palliativo. Al ritorno a casa la consapevolezza del tempo perduto (Adesso), e che si continua a perdere, si manifesta in un’inquietudine per cui non sembra esserci rimedio (“Un colpo, solo un colpo nottetempo”).

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