Statico di L.A. Witt

 

 

Benvenuti in una mia nuova recensione!

Statico racconta la storia di Alex,un mutagenere, che è costretto a continuare a vivere la sua vita nella sua forma maschile a causa di un impianto installatogli da sua madre.
Questo cambiamento nella sua vita la obbliga a raccontare la verità al suo ragazzo Damon e al suo capo d’ufficio, che ha la fama di licenziare i dipendenti appena se ne presenta l’occasione. L’unico posto in cui si sente se stesso è nel bar in cui lavora il “Welcome mat”, qui tutte le persone che entrano sono le benvenute. Alex in questo momento delicato della sua vita cerca e trova la sua ancora in Damon, che nonostante sia spaventato per la rischiosa situazione in cui si trova la sua ragazza le starà accanto per tutto il tempo e capirà che non è importante in che forma si trovi Alex lui l’amerà sempre.

Pur sapendo che il genere di riferimento di questo libro è quello M/M del vasto mondo della narrativa gay ho trovato alcune scene troppo esplicite. Infatti esse sono risultate troppo dettagliate, nonostante appezzi molto il genere della narrativa rosa. A parer mio le scene di sesso potevano essere meno approfondite o almeno che non entrassero in modo così specifico nei dettagli erotici. Nonostante questo ho apprezzato tanto il libro e la sua narrazione con i punti di vista di entrambi i protagonisti per capire meglio in cosa la nostra società è arretrata, perché ancora oggi la gente tende a discriminare le persone che reputa “diversa” da loro anche se non c’è nulla di differente.
Ho trovato molto interessante il personaggio di Alex che si trova ad affrontare una famiglia che la disprezza e cerca di recuperare il rapporto con sua sorella che sembra sia stata influenzata dalla madre e la disprezza per quello che è. Ammiro il suo coraggio di portare in tribunale quelle persone che la dovrebbero amare invece la reputano un mostro, anche se questo significa sconvolgere la vita dell’unica persona della sua famiglia che ama ancora. Nonostante tutto quello che le è capitato affronta la vita a testa alta fregandosene di quello che la gente pensa perché questo suo essere “diverso” è quello che la rende speciale.

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