Cuore di stercorario di Massimiliano Morescalchi e Laura Neri

 

Benvenuti in una nuova recensione!

Uno stercorario disgustato dal lavoro che deve compiere, ovvero fare sfere con la cacca, intraprende un’avventura sognando di condurre una vita migliore. Si uniscono a lui una formichina indisciplinata e un ragno che soffre la solitudine. I tre incontrano amici e pericoli, fino a trovare una saggia coccinella che dà consigli per essere felici.
Un divertente viaggio per parlare dell’accettazione di sé, dell’amicizie, delle radici, delle inclinazioni, della necessità di guardarsi da chi vuole apparire ciò che non è, infine, dell’accettazione di una grande legge universale: non si può piacere a tutti.

Nonostante abbia letto questo libro per una collaborazione con una casa editrice che stimo davvero per le sue ottime uscite, come Una principessa fuori dal comune, non posso non dire che questo libro non mi è piaciuto particolarmente. Questo libro per ragazzi/bambini devo ammettere che è stata una lettura abbastanza noiosa per esser un libro per ragazzi. Questo non perché sia un libro non valido, ma perché ci sono alcuni fattori che non mi sono piaciuti particolarmente. Spero con questa recensione di non offendere nessuno, ma anzi di aiutare l’autore e l’illustratrice a migliorarsi.

Partiamo subito perché ci sono molte cose di cui vi vorrei parlare in questa recensione senza spoiler. Primo punto di cui vi parlo sono le illustrazioni. Ve ne parlo subito perché rispetto ai commenti sulla storia in se è una cosa più veloce di cui parlarvi. Per la prima volta i disegni di un libro per ragazzi/bambini si sono rivelati deludenti. Ho trovato il tratto dell’autrice troppo da bozzetto e ogni pagina con un disegno secondo me non raffigurava a pieno uno stile adatto alla storia. Avrei forse preferiti che i disegni fossero stati colorati e non in bianco e nero perché di sicuro avrebbero dato un punto in più alle illustrazioni di questa storia. Con questo non voglio dire che l’illustratrice sia negata per il disegno, perché non ne ho in primis le competenze adatte per dirlo, ma che semplicemente a me come lettore queste illustrazioni non hanno convinto al massimo.

Ora passiamo alla storia in se per se. Delle parole per descrivere questo libro: tremendamente noioso e abbastanza banalotto e scontato. Ovvio che da un libro per bambini mi aspetto di legge Italo Calvino, ma di sicuro mi aspettavo maggiormente da questo volume. Noioso perché la lettura di questa storia mi ha tremendamente annoiato, davvero per la prima volta avevo la difficoltà di andare avanti con la lettura di un libro per bambini che di solito leggo con scioltezza. Qui magari starete pensando “Beh hai quasi vent’anni non è un libro per la tua età”. Tralasciando che i libri non hanno età, ma quando mi approccio alla letteratura per l’infanzia cerco sempre di pensare di leggere il libro come il me del passato. Ecco se avessi letto questo libro quando ero piccolino probabilmente avrei rifiutato totalmente la lettura di altri libri dopo questo. Questo perché non è riuscito a coinvolgere da grande e non credo l’avrebbe fatto nel passato. Un altro fattore che non mi è piaciuto è la prosa dei dialoghi. Il fatto infatti di scriverli come se fossero una sorta di filastrocca/poesia non mi ha fatto impazzire, nonostante sia una scelta da ammirare per via della difficoltà che comporta scrivere dei dialoghi in questo modo. Sempre dei dialoghi ho apprezzato il modo di comunicare di un personaggio. Infatti ho adorato il fatto che questo personaggio parli con intercalari, frasi tipiche e similari del dialetto livornese.

In conclusione vi consiglio la lettura di questo volume? Si e no, a me non ha fatto impazzire quindi se dovessi parlare con una sorta di “cattiveria” vi direi di evitare l’acquisto di questa storia. Però per essere totalmente onesto è corretto nei confronti degli autori e della casa editrice vi dico che è una lettura in cui dovete rischiare. Potrebbe non piacervi come farvi impazzire.

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