Hey, sembra l’America: Diario di un anno di insegnamento in USA di Michele Di Mauro

 

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 La SHS, acronimo di Silvana High School, è una scuola immaginaria americana, nello Stato del North Carolina. La voce narrante, Mr D, è un giovane professore italiano, che insegna latino, emigrato negli States. Oltre alla vocazione di insegnare, Mr D ha una grande passione: scrivere. Così Mr D ci accompagna in un diario a episodi, nelle aule della SHS, che rivela pagina dopo pagina, l’America nascosta: un Paese in disequilibrio perenne tra la ricerca di giustizia sociale, politiche del consenso, e la non-etica del capitalismo incipiente.

Ero curioso di leggere questo titolo perché la trama mi intrigava parecchio, ma allo stesso tempo avevo paura di trovarmi davanti a una lettura scritta in modo talmente troppo personale da rendere la lettura fredda. Invece mi sono trovato davanti a una lettura: divertente, interessante e coinvolgente.

Lo stile di scrittura dell’autore riesce perfettamente a coinvolgere il lettore rendendolo partecipe delle avventure e delle disavventure che lo scrittore stesso ha vissuto sulla propria pelle. La lettura di questo libro risulta quindi altamente godibile. Ho gradito molto anche la scelta dell’autore di scrivere questo libro con dei capitoli che sono si collegati in qualche modo diverso, ma che raccontano vari aneddoti che sono successi nella carriera di docente dell’autore in modo casuale. Questo a parer mio ha reso la lettura più dinamica permettendo al lettore di rimanere maggiormente coinvolto dalla storia, cosa che magari non sarebbe successa se avessimo letto una storia in ordine cronologico, magari con alcuni episodi accaduti messi solo per riempire un po’ le pagine. Il maggiore pregio però di questo titolo è la visione che da a un italiano ignorate sulla società in America come me dell’istruzione negli Stati Uniti d’America. Infatti l’autore con le sue pillole di quotidianità ci mostra le ombre e le luci della scuola americana. Grazie a questo libro scopriamo infatti il divario che c’è all’interno del popolo americano. Vediamo infatti classi per quelli che hanno uno status sociale più elevato che hanno tutti i comfort possibili e un’educazione scolastica maggiore, mentre chi è più emarginato è costretto a fare lezione negli scantinati con docenti che non hanno alcuna voglia di insegnare. Oppure vediamo alcuni fatti che nella scuola italiana non vedremmo mai accadere come la logica per la quale lo studente abbia il “dominio” sul docente , nel senso che sia un po’ come sia lui ha dettare legge sulla scuola perché se no poi i genitori tolgono i finanziamenti alla scuola. La stessa cosa la vediamo per esempio nelle lettere di richiamo dei figli che vengono inviate dai docenti ai genitori degli studenti problematici. Se logicamente uno pensasse che in una lettera di richiamo bisognerebbe porre maggior accento alle problematiche dell’’alunno in America non è propriamente così. Scopriamo infatti come gli insegnanti siano costretti ad ammorbidire e quindi addolcire le lettere di richiamo proprio per non far “inferocire” i genitori.

Come avete potuto capire da queste mie affermazioni ho trovato questa lettura davvero stimolante e educativa. Tutto ciò è stato anche grazie a come viene narrata questa storia che con il suo piglio scanzonato e divertente è riuscita oltre che a informami su un tema di cui sapevo poco è stata in grado di intrattenermi e di non farmi pesare la lettura che magari faceva anche in tarda botta. In conclusione vi consiglio questo libro? Assolutamente si perché è una lettura davvero particolare che vi coinvolgerà e vi renderà curiosi di scoprire di più.

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