Il venditore di ghiaccio di Marcello Loprencipe

 

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Nicola ha due grandi sogni: partecipare ad una gara ufficiale di ciclismo e raggiungere un giorno quel mare che non ha mai visto. Da bambino cresce in un paese dell’entroterra pugliese, arcaico e contadino che troppo velocemente si converte alla modernità. A fare da contrasto ai suoi sogni, prendono forma nella realtà incubi come quello della grande acciaieria, il “drago sputafuoco”, che inizia ad inghiottire vite. Alla fine degli anni ’60, ormai ragazzo, è l’ultimo venditore di ghiaccio di quel paese, un mestiere destinato presto a scomparire con l’avvento dell’elettricità e degli elettrodomestici.

Attenzione la recensione contiene spoiler

Marcello Loprencipe ancora una volta ci porta indietro nel tempo raccontandoci un Italia del passato che quasi tendiamo a dimenticare. Un Italia fatta di miseria e di speranza di un futuro migliore che però non è per tutti come dovrebbe essere. L’autore ci porta in questa storia attraverso la vita di Nicola, un ragazzo che dalla vita riceverà quasi solo bastonate. Sua madre muore giovane e il padre è costretto ad andare a lavorare all’Ilva di Taranto cosa che però che lo porterà anche egli a morire presto per via dei fumi tossici che l’industria produce. Nicola quindi si ritrova senza genitori e con un lavoro che non gli permette di vivere nell’agiatezza, ovvero quello del venditore di ghiaccio. Da qui inizierà la sua rocambolesca avventura alla ricerca di un suo posto in questo mondo.

Apprezzo molto i libri scritti da quest’autore perché come ho già detto qua sopra mi porta dentro a un’epoca che non ho vissuto trasportandomi nei suoi pregi e nei suoi difetti e in questo libro lo fa attraverso Nicola, un personaggio che ho apprezzato molto perché è tristemente realistico. L’autore infatti ci presenta un personaggio che potrebbe realmente esser esistito e secondo me non è una cosa scontata perché si può benissimo scrivere un romanzo “storico”, ma avere un protagonista poco realistico. L’autore riesce poi, a mio parere, a trasmettere al lettore le emozioni di Nicola nel corso del tempo. Percepiamo le emozioni del ragazzo come se fossimo noi i protagonisti di questa storia. Mi è capitato infatti durante la lettura di immedesimarmi parecchio in Nicola per le varie emozioni che vive ho percepito proprio il suo rammarico sul futuro che non troverà nel Nord Italia, ma anche la sua forza e la sua gioia nel cercare un futuro migliore. Di certo il personaggio di Nicola mi rimarrà nel cuore per tutto quello che gli succede.

Ho apprezzato poi nuovamente la struttura narrativa che usa l’autore per scrivere i suoi splendidi romanzi. Infatti mi è piaciuto come l’autore costruisca si una trama lineare, ma all’interno di ogni capitolo vi è anche una trama che termina e finisce lì. Questa cosa rende la lettura scorrevole e parecchio coinvolgente. Devo ammettere però che ho apprezzato maggiormente il libro che l’autore ha scritto prima di questo, ovvero L’ombra del carrubo. Questo perché ho trovato che in alcuni punti il libro poteva essere più approfondito. Per esempio averi preferito magari sapere qualcosa in più sull’amico terrorista di Nicola o sul giro di mafia di cui Nicola fa parte quando vive ancora nel sud Italia. Per questo mi piacerebbe scoprire di più su di loro e secondo me sarebbero due ottime idee per altri due romanzi e chissà che magari l’autore leggendo questa recensione non sia ispirato per scriverli. Un’altra cosa che mi ha fatto dare quattro stelle su cinque ne non cinque e il finale. Infatti ho trovato il capitolo finale di questo romanzo superfluo. Avrei preferito che l’autore avesse terminato la storia lasciandoci l’amaro in bocca con la morte di Nicola che mi ha colpito profondamente quasi da farmi commuovere mentre viaggiavo sul pullman che mi portava da Dublino a Galway

In conclusione vi consiglio la lettura di questo libro? Ovviamente si perché vi innamorerete di questa storia e del suo protagonista Nicola che vi rimarrà dentro per un bel po’ di tempo come del resto la storia che Marcello Loprencipe ci narra con grande maestria.

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