La chiave di Niche di Francesca Broso

 

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Niche è una giovane professoressa che insegna in un liceo. Alle poche ma fidate amiche che ha, confida tutto ciò che le accade: dal ritrovamento di una chiave, appartenuta all’adorata nonna recentemente scomparsa, alle insistenti e discutibili attenzioni che Giacomo, insegnante di biologia nel suo stesso liceo, continua imperterrito a rivolgerle. Niche scopre l’esistenza di un caffè letterario e del suo proprietario Leonardo, con il quale scocca immediatamente la scintilla, ma a quel punto la corte ostinata di Giacomo si trasforma in asfissiante gelosia fino a sfociare in stalking.

Questa recensione potrebbe contenere spoiler. Fate attenzione!

Quando ho accettato la collaborazione con questa casa editrice per questo libro l’ho accettato principalmente perché parlava di stalking, che oltre ad essere una tematica fortemente attuale poteva rendere questo libro pieno di tensione. Questa lettura mi ha dato un senso di tensione o comunque un brivido sulla schiena? No, assolutamente no. Questo per due motivi. Il primo è che per metà libro assistiamo a una storia che non tiene incollati alle pagine e questo mi ha fatto perdere in parte la voglia di divorare e leggere questo romanzo. Assistiamo infatti a capitoli su capitoli sulla storia d’amore tra Niche e Leonardo dove a una certa di Niche se ne hanno anche le palle piene (scusate il termine poco aulico) e di stalking non ne vediamo nessuna traccia. Troviamo infatti solo azioni dello stalker che non possiamo definire stalking, ma semplici azioni che possono risultare antipatiche se ci succedessero nella realtà e quando poi arriva la parte in cui Giacomo impazzisce totalmente mi è sembrata estremamente rapida. In pochi capitoli mi sembrava che tutto si fosse risolto al meglio. Per questo motivo avere i preferito magari più scene di questo genere che papiri sui filmini mentali di Niche su Leonardo.

Il secondo motivo per cui ho provato poca tensione durante la lettura credo sia da cercare nel personaggio della protagonista Niche. Non l’ho trovato caratterizzato male anzi l’autrice fa trasparire benissimo e in modo vivido le sue emozioni, ma non sono riuscito ad empatizzare molto con lei e a volte l’ho trovata quasi urticante. L’ho trovata a tratti troppo sciocca talmente tanto che rimanevo quasi interdetto. Mi chiedevo infatti se ci fosse con il cervello o meno. Chi è che se sa che c’è qualcuno che la stalkera lascia la porta di casa aperta? Credo tipo nessuno, almeno io non lo farei. Poi ovvio non sono mai capitato in una situazione del genere e quindi non so come si è in quella determinata situazione di stress e ansia. Fatto sta che molte volte digerivo poco il personaggio di Niche sperando che le succedesse qualcosa di brutto, cosa che poi alla fine non succede ovviamente (sarò una brutta persona? Probabile).

In conclusione ve lo consiglio o no questo titolo? Si, nonostante non mi abbia fatto impazzire ve lo consiglio perché è una lettura ben scritta e che in qualche modo mi ha intrattenuto sia prima delle mie vacanze in Puglia sia nel mentre. Ovviamente non è capolavoro della letteratura moderna, ma è un romanzo che si fa leggere e che intrattiene magari mentre siamo sotto l’ombrellone in estate o sotto una coperta con un te caldo d’inverno.

Alla prossima recensione!

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