Terra Viva di Maddalena Zullo

 

Benvenuti in una nuova recensione!

Il racconto, è un dipinto, un acquerello di uno scorcio di Meridione, uno scorcio di un tempo passato, ma non finito, le cui tracce solcano ancora oggi le terre di cui l’autrice scrive, tracce in cui generazioni hanno depositato i loro sogni che si infrangevano contro i muri di una guerra, sogni che cozzavano con ciò che doveva essere, con ciò che era stabilito per ciascuno! E questo dipinto, in cui l’autrice mostra la sua maestrìa anche nell’arte pittorica, sembra scritto con un pennello imbevuto dello stesso inchiostro di quelle lettere che dal fronte giungevano alle donne indurite dall’attesa, svuotate di speranza, rose dal senso di colpa per il solo anelare a quel briciolo di felicità!

Le Parche Edizioni è una casa editrice che davvero stimo molto sia a livello di pubblicazioni sia a livello umano e quindi di rapporto che ho con loro. Mi dispiace quindi recensire negativamente un loro titolo, ma per onestà nei confronti dell’autrice, della casa editrice, ma anche nei miei confronti vi parlerò di questo titolo in maniera totalmente onesta.

Ho fatto davvero fatica a terminare questo libro perché me ero totalmente disorientato da questo titolo da non capire bene la storia. Magari sarà stata la stanchezza di leggere la sera dopo il lavoro e la scuola, ma fatto sta che oltre a non far presa su di me mi ha totalmente privato della forza e della voglia di leggere, infatti ho terminato questo libro dopo più di un mese.

Parliamo un attimo di quelli che secondo me sono i problemi di questo titolo che poteva fare di sicuro di più. I problemi secondo me principi di questo volume sono innanzitutto lo stile di scrittura dell’autrice che si vede sia parecchio acerbo. Acerbo nel senso che si vede che l’autrice è alla sua prima pubblicazione e non perché non sia in grado di scrivere un manoscritto. Il suo stile di scrittura stona anche con l’uso, a mio parere, eccessivo del dialetto. Non sono molto abituato a leggere del dialetto in un libro se non qualche frase ogni tanto in questo caso però ne abbiamo un uso davvero massiccio. Se quest’uso del dialetto inizialmente mi sembrava davvero una scelta degna di nota che avrebbe impreziosito la lettura a lungo andare è risultato, invece, davvero troppo. Ero quasi sfiancato dalla presenza di così tanto dialetto e se prima magari tentavo di capire leggendo prima il dialetto e poi la traduzione dopo sono passato direttamente a leggermi la nota a piè di pagina per leggere più velocemente il testo. Tra l’altro mi è piaciuta molto la scelta di mettere la traduzione del dialetto a piè di pagina perché così il lettore non è costretto a leggere senza capire, ma può apprezzare maggiormente questo libro.

Il secondo punto di critica che voglio fare a questo titolo è la trama o meglio come si svolge la narrazione di questa storia che ci viene raccontata. Sarà stata per la confusione che la lettura di questo volume mi ha causato, ma spesso non capivo bene il filo conduttore di ogni capitolo, mi sembrava quasi di leggere tanti piccoli racconti diversi e sconnessi tra di loro. Questa cosa è scemata un po’ verso gli ultimi capitoli nei quali finalmente i capitoli sembrano procedere, tra di loro, su un binario unico e non in modo spaiato come negli altri capitoli.

In conclusione vi consiglio la lettura di “Terra Viva” di Maddalena Zullo? No, personalmente non ve lo consiglio perché non è una lettura che mi ha particolarmente colpito o comunque intrattenuto quel minimo da consigliarvelo anzi forse è stato totalmente il contrario. Se volete recuperare dei titoli della casa editrice vi consiglio di puntare su altri titoli di questa casa editrice come: Tipacci da Hotel con cui vi divertirete parecchio e Io non assolvo che racconta una storia vera particolare e interessante che vi sorprenderà.

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